Il linfedema di un arto è una complicanza frequente delle terapie che lo causano: chirurgia e radioterapia.

La comparsa di linfedema, che non va confuso con il gonfiore che si osserva dopo un intervento chirurgico, destinato a scomparire gradualmente, si manifesta con il gonfiore dovuto all’accumulo di linfa nei tessuti. Può interessare un braccio (dopo chirurgia e/o radioterapia  con interessamento dell’ascella) o una gamba (ad esempio dopo chirurgia e/o radioterapia ai linfonodi inguinali e talvolta anche altre parti del corpo se i linfonodi di quella regione sono stati asportati chirurgicamente o sottoposti alla radioterapia, oppure sono ostruiti dal tumore. Se i linfonodi o i vasi linfatici sono compromessi o ostruiti, la linfa non può defluire, di conseguenza ristagna nei tessuti e causa il gonfiore (edema linfatico).

Le proteine accumulate e ristagnanti nel tessuto richiamano, per effetto osmotico, altro liquido e causano uno stato infiammatorio cronico locale con iperproduzione di tessuto connettivo, collagene e adiposo con l’instaurarsi conseguente di fibrosi spesso associata a infezioni acute e croniche (linfangiti, erisipela) che nel tempo vanno a peggiorare ulteriormente il linfedema.

La comparsa di linfedema costituisce sempre un evento importante per il paziente, non solo a causa della sua frequenza ma soprattutto per le eventuale compromissioni di tipo funzionale, estetico, psicologico, sociale e lavorativo che esso comporta.  Si tratta, per chi ne è colpito, di una malattia cronica  invalidante  con andamento lento e progressivo e solo una frazione molto ridotta di malati possono andare verso la remissione completa.

Occorre che si compia, quindi, una prevenzione molto attenta e che la diagnosi di linfedema sia posta il più precocemente possibile e comunque quando non siano comparsi ancora fenomeni di fibrosi intensa che rendono più difficile il trattamento e meno certi i risultati.

E’ importante seguire nel tempo le stasi linfatiche, anche se modeste, ma persistenti e gli eventuali episodi di gonfiore che possono comparire e regredire spontaneamente, ciò accade quando il linfedema è agli stadi iniziali.

E’ necessaria un’adeguata informazione sulle misure da adottare per prevenire o ritardare la manifestazione clinica del linfedema, ad esempio evitando traumi o piccole ferite, prelievi di sangue o infusioni (flebo) nell’arto dalla stesso lato dell’intervento chirurgico. Così come è importante sapere  che è necessario evitare una prolungata esposizione al sole o a fonti di calore, non devono essere eseguite attività ripetitive e faticose a carico dell’arto, tenere stazione eretta prolungata, aumentare il peso corporeo.

Secondo i dati della letteratura scientifica, dopo dissezione ascellare, la comparsa di linfedema si attesta intorno al 20%, negli anni successivi all’intervento, Nei pazienti che hanno subito dissezione inguino-iliaca l’incidenza è molto più alta attestandosi  a circa il 60% con punte di 80% nei casi in cui dopo l’intervento chirurgico fa seguito un trattamento radioterapico sulle stazioni linfonodali satelliti.

Come si presenta il linfedema e quali sono i segni e i sintomi?

Nell’arto in cui si sta sviluppando un linfedema inizialmente si riscontra:

  • gonfiore: i vestiti, le scarpe, gli anelli o l’orologio stringono più del solito (questo si avverte ancora prima che il gonfiore sia evidente);
  • variazione al tatto: si avverte la sensazione di pesantezza, tensione, insensibilità;
  • modificazioni della cute: la cute può risultare tesa, turgida, talvolta anche più consistente e può apparire anche secca, squamata, ruvida o screpolata;
  • dolore.

Il linfedema si sviluppa nell’arco di settimane, mesi o anni dopo il trattamento per il tumore. In genere non dà dolore, ma in molti casi possono comparire sensazione di pesantezza, indolenzimento, tensione, fastidio. Solo se il gonfiore è notevole vi è difficoltà nei movimenti, nella deambulazione e nello svolgimento delle attività della vita quotidiana, come: vestirsi, guidare, scrivere, ecc.

Il gonfiore può essere spesso notevolmente attenuato, soprattutto se la diagnosi è tempestiva, e può essere tenuto sotto controllo attraverso terapie specifiche e con l’adozione di alcune semplici norme comportamentali. Tuttavia, il linfedema non guarisce mai completamente perché le cause che lo hanno provocato sono irreversibili. Imparare a gestirlo e a riconoscerlo è, quindi, una parte importante del trattamento.

In caso di linfedema lo specialista (specificatamente: il fisiatra), prescriverà i trattamenti più opportuni da effettuarsi presso un centro qualificato e specializzato per la terapia del linfedema.

La comparsa del linfedema nei soggetti a rischio può essere favorita da alcuni fattori: in presenza di un’infezione cutanea, l’organismo reagisce producendo una maggiore quantità di linfa nel tentativo di contribuire a debellare l’infezione. Se il sistema linfatico dell’area interessata non funziona come dovrebbe, l’infezione lo compromette ulteriormente, attivando, in questo modo, i meccanismi che portano al linfedema.

E’ importante riconoscere i primi segni di infezione a un braccio o una gamba a rischio di linfedema per iniziare  la cura con antibiotici precocemente. Se si notano questi primi segni di infezione:

  • rossore o calore;
  • gonfiore;
  • dolore o fastidio;
  • strie rosse che si diffondono dall’area interessata verso l’alto o verso il basso

è necessario rivolgersi subito al medico di base che provvederà, se necessario, a richiedere il consulto di un fisiatra.

L’esame clinico eseguito dal medico è di norma sufficiente a porre diagnosi di linfedema, ma per un maggior approfondimento diagnostico, la visita clinica può essere affiancata da indagini strumentali quali: ecografia, ecocolordoppler, linfoscintigrafia, TAC e risonanza magnetica (RM).

In caso di linfedema conclamato quanto più precocemente si instaura una terapia, tanto più sono maggiori i risultati significativi e soddisfacenti. Lo scopo della terapia è quello di ridurre il volume dell’arto, prevenire ulteriori peggioramenti, migliorare la funzionalità dell’arto e prevenire l’insorgenza di linfangiti. La terapia dovrebbe essere sempre combinata e consta di:

  • cura e igiene della cute
  • linfodrenaggio manuale
  • terapie contenitive ( bendaggio, tutore elastico)
  • esercizi specifici e respiratori (chinesiterapia)
  • linfodrenaggio meccanico (pressoterapia)
  • terapie farmacologiche
  • terapie chirurgiche

Al momento non vi sono farmaci veramente efficaci per la terapia del linfedema. Alcuni farmaci come i benzipironi (cumarina,diosmina,rutina) sono stati ampiamente studiati e largamente impiegati nella pratica clinica e possono essere di qualche utilità ma solo nelle fasi iniziali del linfedema quando i processi di fibrosi non hanno ancora compromesso la contrattilità del vaso linfatico.

La terapia farmacologica è invece fondamentale e indispensabile nel trattamento della  prevenzione degli stati infiammatori dei vasi linfatici (linfangite) e dell’erisipela (infezione acuta della pelle, che coinvolge il derma profondo ed in parte l’ipoderma) dell’arto con linfedema.
Negli episodi acuti, caratterizzati da febbre elevata ad esordio improvviso, brivido, malessere generale, arrossamento dell’arto, dolore, bruciore, incremento del gonfiore, è necessario ricorrere a terapia antibiotica mirata sotto il controllo del medico in associazioni con antiinfiammatori e nei casi particolarmente gravi a corticosteroidi.

La terapia chirurgica e, specificatamente, gli interventi di microchirurgia derivativa e ricostruttiva linfatico-venosa, rappresentano l’unica possibilità terapeutica per la ricostruzione delle vie linfatiche lesionate. Contrariamente a quanto si possa pensare, questi interventi garantiscono i risultati migliori quando sono eseguiti nelle prime fasi della malattia linfedematosa. Mentre negli stadi  avanzati dell’edema dell’arto colpito le difficoltà chirurgiche e la marcata fibrosi possono ostacolare una corretta ricanalizzazione linfatica.

Si consiglia per approfondimenti: il libretto IL LINFEDEMA scaricabile dal sito www.aimac.it
Visionare anche il “libro Bianco sulla Riabilitazione Oncologica” nel sito www.favo.it  e il sito www.linfedema.eu