Il melanoma è un tumore maligno che origina dai melanociti, cellule che sono presenti nello strato più profondo dell’epidermide (anche nel bulbo pilifero e nell’occhio). Il melanoma è più frequente nei giovani, rispettivamente secondo e terzo tumore per incidenza nei maschi e nelle femmine, di età inferiore ai 50 anni. Può comparire in qualunque superficie cutanea e si sviluppa attraverso due fasi evolutive:

  1. fase di crescita orizzontale, in cui l’aggressività della malattia è più teorica che pratica;
  2. fase di crescita verticale, in cui acquisisce le caratteristiche di aggressività e la capacità di formare metastasi.

Sono stati individuati fattori di rischio che predispongono allo sviluppo della malattia:

  • avere un fototipo chiaro (carnagione chiara con lentiggini, che si scotta facilmente, che si abbronza poco o per niente; occhi azzurri o verdi o comunque chiari; capelli rossi o biondi);
  • avere più di 100 nei;
  • avere riportato gravi scottature da raggi solari soprattutto prima dei 15 anni;
  • esposizione solare intensa e intermittente (per brevi periodi di tempo), nei primi 20 anni di vita;
  • esposizione frequente alle lampade abbronzanti prima dei 30 anni;
  • avere già avuto un melanoma;
  • avere due o più familiari di primo grado affetti da questa malattia (circa il 10% dei pazienti affetti da melanoma presentano almeno un familiare di primo grado affetto da tale patologia; di questi casi familiari, il 15-30% sono portatori di mutazioni in geni di suscettibilità al melanoma).

L’esame istologico è l’unica indagine che consente la diagnosi definitiva, che si ottiene mediante biopsia del neo sospetto – interamente o, in un selezionato numero di casi, in parte – e successiva valutazione da parte dell’anatomopatologo.

La chirurgia è il trattamento di prima scelta per il melanoma localizzato. Dopo l’asportazione del melanoma e l’esame istologico, si esegue un secondo intervento di ampliamento di cute attorno alla cicatrice della prima asportazione e, quando indicato, di simultanea ricerca del linfonodo sentinella.

In casi con melanoma a maggiore estensione loco-regionale e rischio di recidiva elevato, può essere proposta una terapia adiuvante allo scopo di ridurre tale rischio e di migliorare la prognosi.

Il trattamento medico, quali le terapie a bersaglio molecolare e l’immunoterapia, rappresentano una rivoluzione nel miglioramento della sopravvivenza globale dei pazienti con melanoma avanzato; in caso di fallimento di tutte le possibilità offerte da questi nuovi approcci terapeutici, si può fare ricorso alla chemioterapia, con risultati però molto limitati in termini di efficacia clinica.

Si parla di terapia integrata quando, alle terapie mediche sistemiche, sono associati altri trattamenti per il controllo della malattia localizzata. In caso di progressione di malattia con poche lesioni secondarie (malattia oligo-metastatica), l’escissione chirurgica, se tecnicamente fattibile, rappresenta il trattamento di scelta. In lesioni inoperabili sono indicate altre terapie locoregionali (radioterapia, possibilmente stereotassica; elettro-chemioterapia).

La pianificazione del trattamento va affrontata da un’équipe composta da vari specialisti, team multidisciplinare, che si prende cura di elaborare il piano di trattamento, tenendo conto di vari fattori quali il tipo e lo stadio del tumore, l’età e le condizioni generali del malato. Con il paziente devono essere condivise le informazioni sulle diverse opzioni, coinvolgendo il medico di famiglia.

ATTENZIONE

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